ciao a tutti,
faccio una domanda magari banale ma che mi pare non trovi risposta nel comando chamfer di rhino:
se si volesse fare uno smusso (chamfer) tra due facce ma senza che sia come risultato equidistante dal bordo iniziale (come invece lo esegue di default rhino) e quindi per intenderci non un chamfer da 45° ma con proporzione differente (1:2 1:3 ecc.)
esiste un opzione nel comando o un comando nascosto…?
grazie
Ciao Marco,
allora, riassumendo, per fare il chamfer tra due superfici hai queste possibilità:
- ChamferSrf
- VariableChamferSrf
- ChamferEdge
Il primo ti fa il chamfer tra due superfici con la possibilità di impostare distanze differenti dai bordi (il chamfer rimane fisso per tutta la costruzione).
Il secondo ti fa il chamfer variabile tra due superfici che si intersecano/toccano ma il rapporto rimane 1:1 (quindi 45°).
L’ultimo ti fa il chamfer variabile partendo da due superfici unite e quindi ti rimane sempre a 45°.
Diciamo che servirebbe una via di mezzo tra il primo e gli altri due in modo da avere un chamfer variabile con inclinazione impostabile.
Una soluzione “imbroglio” che si potrebbe utilizzare è quella di creare due set di chamfer variabile tra le due superfici utilizzando il VariableChamferSrf con opzione split and join disattivata (tipo faccio il primo chamfer che va da 2 a 3 e poi un altro che va da 4 a 6 così mantengo la stessa proporzione) e poi spezzo una superficie con il primo chamfer e la seconda con il secondo chamfer.
Elimino i due chamfer farlocchi e unisco i due bordi con una superficie dritta (superficie con EdgeSrf).
Lucio, le vie del Signore sono infinite, lo sappiamo tutti. Mi domando: “Ma dopo sei versioni (quasi sette) di Rhino, non sarebbe stato il momento di introdurre uno chamfer con angoli diversi dal solito (45°), o no? In fondo, sono tanti gli utenti che hanno chiesto, nel tempo, di aggiungere tale opzione al comando rimasto, pressappoco, uguale a quello delle prime versioni”.
Non comprendo la logica di lasciare molti comandi (mi riferisco a quelli fondamentali, non di certo a tutti gli innumerevoli strumenti presenti in Rhino) così com’erano, ai tempi della pietra; se non c’è evoluzione si ha come l’impressione che tutto appaia statico, limitante, “vetusto”… Non basta impressionare introducendo SubD, Grasshopper, e altre diavolerie, utili, per carità. Non parliamo poi dell’interfaccia, un pochetto “grossolana”, di cui molti si lamentano…
So che in Rhino Wip hanno introdotto i fillet di tipo “setback” (Alleluia! prima o poi ci volevano). Il comando “Extend srf”, davvero molto utile, ha subito un buon cambiamento, e ciò si nota, eccome!
Il “make2D” è stato riscritto rispetto al comando passato, difatti si riscontra un innegabile progresso.
Tutto questo si traduce, appunto, in una evoluzione. Ma solo in alcuni aspetti è visibile un così forte miglioramento… Alle volte c’è bisogno più di evoluzione che di rivoluzione.
Il “blend srf” è più o meno quello (la strada segnata dal defunto plug-in VSR poteva essere uno spunto di crescita).
Lo “shell”, idem.
Gli “UDT” più o meno sempre uguali. Stessi scomodi e, spesso, macchinose modalità di utilizzo.
I fillet, a parte la risoluzione di alcuni casi particolari, son sempre quelli, gira e rigira.
La “patch”, “network srf”, gli “sweep”, son quelli di sempre (con qualche aggiustata qua e là).
Gli strumenti solidi, son quelli.
E’ chiaro che non si possa risolvere tutto e subito; ci vorrebbero centinaia di sviluppatori per agire in modo più rapido ed efficace. Lo sappiamo, la McNeel è una piccola realtà che, bene o male, resiste e si difende molto bene nell’ampio panorama del CAD; le potenzialità ci sono. Basterebbe organizzare meglio tutto il lavoro, che a volte appare confuso e raffazzonato, secondo il mio modesto parere.
Mie impressioni…
Non so che dirti, sfondi una porta aperta.
Ho riportato i vari modi proprio per far vedere quanti comandi simili ci siano e che non fanno tutto quello che serve.
Io ingloberei tutto in un unico comando con le varie opzioni (quelli esistenti si possono sempre lasciare come comandi nascosti così da non creare problemi ad utenti o script di vecchia data).
grazie Lucio,
in effetti la via del doppio chamfer che poi cancelli per fare quello asimmetrico è quella che adopero già, purtroppo il problema è che i tempi si allungano quando basterebbe credo poco per avere lo stesso risultato se ci fosse stato un comando con opzione più completa…
il bello del variable chamfer è che se tieni tutto in ordine dall’inizio con il comando in questione non esplodi nulla e non crei bordi aperti ma tutto gira bene…
con l’espediente del doppio chamfer invece devi spesso andare a untrimmare estendere ecc ecc
Ciao Marco
… Non vorrei prendere fischi per fiaschi, dato che non capisco bene perche’ devi untrimmare ed estendere … … Ma provo ugualmente a dire la mia.
Se (giustamente) vuoi lavorare sui solidi finche’ si puo’, sempre usando la strategia spiegata da Lucio, io proverei a generare il chamfer asimmetrico direttamente dai bordi di quelli simmetrici e poi (dopo averlo eventualmente allargato un poco ed eventualmente flippato), ad usarlo per una sottrazione booleana, senza bisogno di esplodere il solido originale.
Sempre che alle estremita’ del chamfer non ci siano forme complesse che scoraggino questa soluzione.
Ciao Emilio, intendo dire che la comodità di fare più chamfer consecutivi di una stessa polisuperfici viene meno perché diversamente dal comando chamfer simmetrico non hai L,opzione chain o comunque non puoi dare più chamfer di più di due superfici alla volta