Qualcuno una Form2 o Form3 della Formlabs? Quasi 10GP non è affatto poco per prototipi e non so addirittura se si possa realizzare un intero aeromodello.
Avete idea della densità di queste resine? Avendo il volume di componenti vorrei calcolarmi il peso finale.
Hummmm non sono un esperto, mi spiace. Però 40 x 40 è tanta roba come piatto. Dipende che misure ti servono alla fine. Magari riesci a inserire in Z la misura massima.
l’ho visto proprio stamattina.
La soluzione non mi piace molto, anche se interessante. Se penso che per un pezzo potrebbero essere necessarie più prove con la stampante, spreco di materiale per i test,… alla fine penso sia meglio il metodo tradizionale, molto più resistente rispetto a quello del video. Se atterra un po’ più forte si spacca subito. Invece secondo me la soluzione migliore è la soluzione ibrida: parti stampate con opportuni materiali e parti in legno. Bisogna fare un po’ uno studio, magari con chi è esperto di stampa 3D e capire quale soluzione convenga. Bisogna capire la densità di queste resine e il modulo di Young.
Eh che ricordi. Noi al lab Sapienza Design Factory abbiamo realizzato diversi alianti (io per lo più ho assistito e dato una ) di tutti i tipi dal polistirolo tagliato al filo caldo, alla balsa in lasercut. Ma la roba seria ovviamente è stata fatta con gli stampi sottovuoto e la fibra di vetro (o altri compositi a base di resine e fibre).
Abbiamo fatto anche cacchiatine in stampa3d (non volanti). In termini di moduli di elasticità… non serve a molto se poi stampi in fdm credo. Quando usi i filamenti che sia pla/petg/abs la cosa più importante è l’orientamento di stampa (e quindi la distribuzione dei layer depositati) perché molto debole agli sforzi perpendicolari alla Z di stampa.
Con le stampanti sla a resina si risolve in parte perché in genere si stampano inclinati rispetto al piatto. Non ho mai utilizzato la resina di cui parli, tuttavia quelle “normali” sono abbastanza deboli all’usura.
Per quanto riguarda il discorso più generale dei giunti/incollaggi. In genere con la colla “per plexiglass” incolli tutte i tipi di filamenti tra di loro e in genere funziona anche con accoppiamenti di materiali diversi. Il “bostik” ogni tanto funziona quando devi incollare parti stampante con metalli (ovviamente se gratti un po’ le superfici) o come ti hanno detto con colle bicomponenti epossidiche.
Una cosa molto importante che si evince dal video è che quando realizzi un prototipo va fatto un vero e proprio modello a parte e questo varia in base alla tecnologia: vanno riviste le tolleranze (sennò credimi non incastri nulla) e soprattutto vanno previsti degli accorgimenti per poter allineare i vari pezzi (i piatti di stampa sono limitati, se vuoi fare cose grosse devi spezzettare il modello e devi prevedere degli alloggiamenti per spine o inserti che ti aiutino a riallineare tutto sennò esci scemo).
Questa almeno è la mia esperienza in merito. Ora, ovviamente l’intelligenza ci permette di correggere il tiro in base ai casi, ma come consiglio generale posso dirti questo.
Se esiste qualcosa io non l’ho mai utilizzata… non saprei nemmeno quanto effettivamente ti conviene perché spesso uso inserti che trovo “al volo” per la stanza. Tipo tondini o stuzzicadenti. A volte anche le palettine per il caffè
E onestamente il controllo che mi garantisce di Rhino non lo cambierei.
Per le cose serie potresti usare le spine di legno (tipiche della falegnameria) che magari sono più standard. E pensare di fare uno script ad hoc su gh ()
Detto questo se ti affacci alla stampa 3d ti consiglio vivamente di scaricare Cura (che è gratis) anche solo per comprendere meglio come funziona.
Ci sono molti più vincoli di progetto di quelli che ti aspetti. Tipo la cosa più banale: magari fai sezioni con punti che vanno sotto al mm dove l’ugello della stampante non riesce ad arrivare.
Ti faccio vedere un ingranaggio di cui ho fatto il rilievo in Rhino e messo su cura per farti vedere come i denti siano troppo piccoli da stampare.
Comunque dato che mi sembri uno che studia, tieni: qui ho raccolto una serie di do e don’t che utilizzavo a lezione o per istruire nuovi collaboratori.
Di cui questo screenshot ti fa vedere alcune “regole” generali utili.