una domanda sulle prodecimento della stampa in 3D
mi domandavo: volendo stampare un cubo, il risultato all’interno che mi ritrovo è pieno, vuoto o parziale?
ipotizzo creando un cubo in Rhino, prima della stampa 3D, si possa decidere quale risultato ottenere?
sarebbe anche possibile calcolare il peso di un oggetto da ottenere dopo la stampa?
mi spiego meglio, sempre prendendo come esempio un cubo in rhino oppure se volete anche un minerale scansionato, fare in modo che la stampa del cubo abbia un determinato peso o del minerale scansionato?
vado per ragionamenti, se ho un cubo con sei facce, ipotizzando la possibilità di usare vari filamenti con spessori diversi avrò un peso differente. oppure sempre partendo dal cubo eseguo in offset interno, “credo” che la stampante non esegua un singolo livello per faccia ma li ripeta fino ad ottenere lo spessore dato.
oppure non saprei fino a che punto sia fattibile per questo prima ho messo anche l’ipotesi “parziale”
internamente al cubo creare una rete di sotegno tipo travi o qualcosa a forma di nido d’api anche per sostenere tutta la struttura (essendo che non credo che un cubo vuoto sopratutto di una certa dimensione sia chissà quanto stabile) quindi ovviamente più sostegni ci sono internamente e l’oggetto avrà un peso maggiore.
sono tutte ipotesi reali che sono a disposizione, oppure si procede in atro modo?
L’interno delle stampe è determinato dai parametri “Infill” che vengono settati con lo Slider (software che genera G-Code che determinano velocità, temperatura e movimento dell’estrusore).
Il pattern interno è selezionabile da una gallery come design e la dimensione delle celle è rapportata alla percentuale di riempimento impostata da 0% (completamente vuoto) a 100% (completamente pieno).
Ovviamente il riempimento è all’interno di uno Shell che si può impostare da Slider con un numero di contorni.
Come detto da @giuseppe , uno slider decente ti dovrebbe calcolare abbastanza fedelmente il peso del materiale utilizzato sulla base dei parametri inseriti, supporti e roof eventuali compresi.
Di fatto però, gli slider free non hanno l’impostazione per materiale e quindi sono settati su pesi specifici di materiali standard, come il PLA generico e non con i PLA caricati, come il WoodFill e il BronzeFill che hanno variabili piuttosto differenti.
OK quindi dipende dal software che si usa, ovviamente immagino che più una stampante è professionale e più il programma che la gestisce sia completo. l’importante e che comunque ci sia la modalità di conoscerte tutte queste caratteristiche poi nel caso credo ci siano programmi esterni dedicati.
ottima osservazione quella di controllare che il programma calcola il materiale standard e non caricato.
io Utilizzo IdeaMaker che è gratuito anche se è fatto dalla Raise che vende le sue stampanti.
Comunque ogni stampante propone sempre un software di gestione free o proprietario.
Tra i free puoi trovare oltre a ideamaker, CURA della Ultimaker
grazie Paolo per i link, adesso li scarico e cerco di provarli il prima possibile
ideaMaker addirittura consiglia una cpu i7. . . . mi sa che chi deve cambiare un pc ormai oltre che per Rhino sia proprio da escludere la possibilità di prendere in considerazione un i5 ormai diventa tutto subito vecchio.
spero che in questi due software ci sia la possibilità di sapere il peso di un oggetto a fine stampa. . . .
ps qualcuno ha mai stampato un cubo “pieno” internamente? mi interesserebbe sapere oltre che al risultato anche quanto tempo ci ha impegato e sopratutto se (non so come chiamarla “sensazione tattile?”) sia simile all’oggetto che si vuole ricreare. se realizzo un bicchiere o una posata per dire avrò la sensazione come se usassi gli oggetti nella vita quotidiana oppure sanno di giocattolo? ovviamente sono il primo ad aver postato la scansione di sculture/barche/case ma qui mi riferisco alle normali stampanti 3D per i comuni mortali
ho fatto qualche stampa di prova, più che altro per capire se avesse senso e che differenza di qualità ci fosse.
Qualità pessima per l’effetto dell’ over-material. In pratica, durante l’estrusione c’è una sorta di scivolamento del materiale che si depone strato per strato, tipo tubetto di dentifricio spremuto con deposizione striscia su striscia (è poco scientifico come esempio ma rende…).
Ora, se lo fai su un inifill interno con posizioni attaccate l’una all’altra, ti ritrovi lo scivolamento che preme sugli shell e alla fine hai le pareti esterne corrugate e non lisce.
Nelle prove che ho fatto il fenomeno si vedeva già accennato con un infill del 75% .
Per quanto riguarda poi la sensazione tattile, dipende da cosa devi stampare. Se sono prototipi che devono simulare prodotti plastici ci siamo quasi, ma se devono simulare oggetti metallici o legnosi l’unica soluzione sono i PLA caricati. Non è esattamente la stessa sensazione tattile ma ci si arriva molto vicino
grazie Riccardo per i dettagli, non credevo che ci potessero essere così tante problematiche
sopratutto con l’esempio in questione, mi sarei aspettato questi inciampi con oggetti vuoti.
ma con questi materiali filati, se urtano/cadono si spaccano tipo resina o attutiscono?
ps scusa Riccardo ricordi le dimensioni del cubo ed il tempo che c’è voluto?
Le prove le ho fatte su forme raccordate non su un cubo.
Ho simulato la stampa di un cubo 50x50x50 mm con un layer di 0.2mm, 2 shell con travel speed 120 mm/s, con un pattern d infill lineare. Questi sono i tempi sulla base della percentuale di riempimento:
30% : 3h e 32m
50%: 5h e 10m
75%: 7h e 20m
100%: 8h e 49m
Sono tempi stimati e mai assoluti, basta cambiare qualche parametro (altezza layer, travel speed) e variano di parecchio.
Anche gli sliders influisco sui tempi di stampa. Io uso MakerBot Destop, un pò vecchiotto ma affidabile. Sicuramente con altri sliders gli stessi parametri possono dare tempistiche diffrenti. Quanto differenti non ho idea.
Se parliamo di FDM/FFF, la stampa di classici filamenti, i tempi sono determinati anche dalle geometrie: l’estrusore deve percorrere il perimetro per mettere shells, prima di iniziare a riempire con il pattern.
Sulla coesione degli strati, e sulla reale consistenza dei pezzi, il discorso va centrato sulla tipologia di materiale usato. ormai sul mercato esistono filamenti stampabili molto vari. Se servono prototipi funzionali, e non solo estetici, va scartato il PLA e in generale anche i suoi derivati bio-compatibili. Si disidratano con facilità e diventato fragilissimi.
Buone tenute di hanno con materiali tipo il nylon e il co-poliestre, ma non sono facilissimi da stampare.
Ovviamente l’ABS, che è stato il primo materiale in filamento stampabile, da affidabilità. Io non lo ho mai usato per ragioni di eco-compatibilità, ma lo ho provato per un certo periodo (… con mascherine e aereazione degli ambienti che ho preteso!) quando ero consulente in FaberLab