Lezioni di Grashopper

ciao Lorenzo,

comprendo cosa intendi, non conosco la tua esperienza/qualifiche ma in questo caso specifico devi tenere presente che comunque sia (anche se può non sembrare) Gh è un modo di programmare.

nel 2010 Google per Android annunciò “App Inventor” il metodo di programmaziopne a blocchi per chi aveva un passato nel scrivere righe e righe di codici questo nuovo metodo per me mi era sembrato molto carino ma sicuramente più intuitivo e veloce far combaciare i tipi di blocchi come il Tetris :slight_smile:

in Rhino fortunatamente “dico” per chi non ha mai scritto codici di programmazione, c’è la possibilità di usare Gh a differenza dei blocchi di “App Inventor” usa componenti che si collegano fra loro tramite fili/spaghetti creando una definizione che porta al risultato desiderato visivamente in Rhino.

la premessa fatta era per sottolineare che comunque sia Gh è sempre un modo di programmare, diverso dagli altri o meglio dal metodo classico di un tempo ma comunque serve per programmare, e questo comporta “credo” un differente approccio da applicare a chi invece volesse imparare ad usare un nuovo programma dove si hanno gli strumenti ognuno con i suoi compiti precisi e già assegnati.

io le prime volte che ho interagito con Rhino ho dovuto prendere molta confidenza per la sua interfaccia nuova “per me” anzi per il primo CAD che ho usato, ma dopo ciò ho dovuto capire i comandi ovviamente ed il loro utilizzo, ma quando ci si avvicina ad un metodo di programmazione bisogna fare ulteriori step credo più mentali, la prima cosa è quella di pensare da programmatore.

Ciao Lorenzo, non capita solo a te, tranquillo.
Diciamo che per un utente che utilizza bene Rhino, il passaggio a GH avviene solo nel momento in cui si ritrova ad “impazzire” per qualche lavoro ripetitivo che richiede l’esecuzione della stessa procedura più e più volte (magari con l’incognita di arrivare a fine lavoro e dover ripetere tutto dall’inizio per un risultato non soddisfacente).
In quel momento sarai motivato perchè avrai ben presente la mole di ore che ti servirà, la frustrazione, il disagio…
Alla fine GH fa la stessa cosa che fai in Rhino: prende una geometria, la elabora secondo un comando, ti fa vedere un preview del risultato e, se ti va bene, lo trasformi nella geometria finale.
La differenza sta nel fatto che i dati che inseriresti da riga di comando, li devi assegnare tramite “levette”, “caselline”, “bottoncini” e che i comandi sono in realtà dei box dove a sinistra butti dentro e a destra tiri fuori i dati (alla fine i comandi avranno le stesse opzioni di quelli di Rhino, tutto quello che imposti sulla riga di comando lo ritrovi come connettore sul comando di GH).
L’unica difficoltà che credo sia da affrontare, è la gestione del tipo di dati: capire cosa è una lista di dati, come vengono organizzati, come estrapolare quel dato dalla lista… ma una volta compreso il meccanismo, il tutto risulta più logico.

Lucio ha espresso benissimo la sostanza di GH. Credetemi, è molto più semplice di quanto possa sembrare, ma senza un minimo di guida iniziale sembra una montagna.

Nel mio caso, per esempio, mi sono avvicinato a gh perché ho necessità di disegnare aerei che mediamente, fusoliera a parte hanno una geometria che è la risultante di una serie di parametri: diedro, freccia, profilo, rapporto di rastremazione, allungamento alare, quindi definendo questi parametri viene fuori un unica forma ben precisa con le sue caratteristiche aerodinamiche.
Supponiamo di avere già disegnato un aereo, ma dopo un analisi cfd un coefficiente aerodinamico deve essere ritoccato modificando il profilo o uno dei parametri suddetti… Con Rhino c’è da spararsi. Ci rinuncerei facilmente, perché dovrei rifare tutto nuovamente, raccordi compresi che sono proprio la croce di chi disegna aerei.
Invece con gh, cosa ho fatto?

Disegno una linea che rappresenta la linea dei fuochi, gli dico che deve essere quanto l apertura alare, scelgo un profilo DAT per l’estremità e uno per la radice, eseguo il loft e si genera l’ala subito. Se devo cambiare profilo, basta che ne seleziono un altro e automaticamente si genera una nuova ala. Ripeto lo stesso codice, più o meno, per i piani di coda ed è fatta. Giusto per rendere l’idea.
E i risultati sono davvero sorprendenti.
Grazie ai blocchi implementati in gh sono riuscito anche a creare un automatismo per i raccordi che sta lasciando sorprese molte persone del settore aeronautico.
Un professionista che disegna livree mi ha detto che non esiste nulla in commercio che faccia questo in automatico e qualche aeromodellista ha commentato il codice dicendo, incredulo: “se è così mandi in pensione tutti i cad di settore”. Questo per dirvi che lo strumento, pur coi suoi limiti e margini di miglioramento, è straordinario e fa fare un grande passo avanti a Rhino.
Non convincetevi che sia difficile, non lo è e Giuseppe ve lo dimostrerà.

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Guardate questa immagine:

A livello internazionale, qual’è il forum con più discussioni aperte?

Luca tutti ad attaccare spaghetti :smiley:

e poi prendono in giro gli italiani per gli spaghetti :joy:

eeee stavo pensando la stessa cosa :rofl:

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Ringrazio tutti per le risposte ripromettendomi e promettendovi che ci proverò, per favore ditemi dove posso consultare documentazione preziosa (tempo fa avevo cominciato a leggere un manuale in italiano ma credo che sia rimasto al palo, nel senso che è rimasto inerente ad una primissima edizione del programma).
Grazie, a presto.

Lorenzo

Avevo un blocco con GH fino a che non ho avuto il problema, anzi mi sono davvero rotto le scatole di fare un anello di una misura e di doverlo fare più volte da capo.

Tutti gli altri programmi non mi piacciono, e non mi piace nemmeno il risultato che da Matrix 9 e Rhinogold.

Come faccio?

Ecco la risposta: devo imparare GH.

È una montagna, ma solo se la si guarda per intero.

Io ho inizato a studiare 15 minuti, poi sono passato a 30 minuti al giorno e ora mi trovo con un accumulo di 5 ore.

Dopo un’ora di studio mi si sono illuminati gli occhi perché è davvero uno strumento stupendo che ti fa venire tante idee mentre studi e applichi.

Forse, il segreto se si può dire così, è partire con poche pretese, poco ma con costanza e piano piano, ci si accorge di usarlo ogni giorno fino a che diventa una abitudine.

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tranquillo Lorenzo che non sei da solo, pure io in vari sporadici tentativi di avvicinamento sporadico non sono mai riuscito a famigliarizzarci e entrare nell’uso come invece meriterebbe… forse è proprio un “problema” più frequente in chi da mlto tempo è sempre abituato all’uso di rhino e della modellazione classica…
vediamo se Giuseppe fa il miracolo e ci mette sulla giusta strada (sperem)

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Non riguarda solo GH; in generale, esiste una fase, quella iniziale, di approccio verso il “nuovo”, verso quello che non si conosce, che può generare smarrimento, confusione, anche repulsione. È normale!

È vero che, parlando di GH, se questo “linguaggio” fosse non solo integrato in Rhino (come effettivamente è) ma identico al modo in cui si agisce e si lavora in Rhino, sarebbe certamente più confidenziale e meno repulsivo, direi più aperto a tutti.

Diciamo che non tutti hanno voglia e tempo per imparare a muovere i primi passi… Sarà pure la minoranza, ma qualcuno che non ne vuole proprio sapere ci sarà sempre… ed è un vero peccato!

Sarà, ma questo limite non lo vedo. Un loft è un loft ovunque, una b. rail o sweep2, una estrusione… Che cambia?
Fai doppio click sul canvass e cerchi quello di cui hai bisogno, qualche tentativo o un post sul forum e risolvi.

Beh, se fosse così semplice e immediato come dici, secondo la logica di fare un loft o uno sweep che sia sempre quello, potremmo imparare qualunque software in poco tempo. Peccato che non funzioni proprio così.
Il nostro cervello ha bisogno di elaborare, di prendere confidenza…
Ricordo ancora il mio cervelletto dover prendere dimestichezza con derivate ed integrali… dalle tabelline all’analisi matematica il passo è stato breve! Ma questa è un’altra storia.

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Luca il discorso di David oltre che a condividerlo è giusto

ha descritto ciò che i psicologi spiegano della mente umana

e questo effetto aumenta man mano che si va avanti con gli anni
(casi particolari esclusi ovviamente)

una parte di ciò che intendevo è proprio questo.

Semplicemente perché il nostro cervello è pigro ed è progettato per risparmiare energia. Per farlo quando impariamo qualcosa cerca prima nei cassetti della memoria per associazione “è come questo o questo?”

Farà di tutto per farti restare nella zona confort, sul divano, nella caverna perché è “rischioso” andare lì fuori, si sprecano energie.

Ma se “lo costringi” nella prima fase, poi “ti segue” e non ti rompe più le scatole con stati di nervosismo, confusione, smarrimento e svogliatezza.

Per capire qualcosa, il cervello ha necessità di fare confronti con ciò che conosce già, ma quando questo è troppo diverso dal nuovo, la maggior parte rinunciano al nuovo, molti ci provano e poi rinunciano.

Pochi ce la fanno.

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Esatto.
Ciò che ti può costringere ad uscire da questa “zona confort”, come tu dici, è la necessità.

Supponiamo che ti serva per lavoro, allora saresti motivato, spinto a doverlo imparare per forza, altrimenti la svogliatezza, lo scarso interesse, prende il sopravvento e tutto resta relegato in una bolla di sapone.
Avere passione, purtroppo non basta affinché sussista motivazione per il nuovo.

Io la penso così.

Forza, su! ora prendete un bel librone di astrofisica e iniziamo a imparare cose nuove, per esempio, come poter andare sul pianeta Marte (altro che GH!). :relieved::wink::+1:t3:

sarò venale, ma una cosa che mi motiva molto sono i soldi :face_with_hand_over_mouth:

per me non è stato così. Mi è bastata la motivazione, la voglia di imparare nuove cose, di saper progettare aerei, di diventare ingegnere.
Quando mi sono iscritto in ingegneria avevo 35 anni, sposato, due figli e lavoro stabile. Non mi sono mai accomodato, ma volevo altro. Adesso sono a tre esami dalla laurea e ho 41 anni. Probabilmente mi aiuta l’allenamento allo studio, al ragionamento e non me ne rendo conto.
E’ normale che se non trovi una motivazione, un “bisogno” per fare quella cosa non avrai mai la spinta giusta.
Se vuoi fare gioielli, devi adoperarti per saperli fare, e se gh può aiutarti molto nel workflow, devi conoscerlo. Tutto qui.

no, sei sincero. I soldi fanno gola a tutti e sono un buon motore, ma non deve essere l’unico.

Campo gioielleria :ring: :gem: :balance_scale: