Buonasera a tutti.
Forse qualcuno di voi si ricorda di me…
Mi ero presentato al forum nel dicembre del 2022 per chiedervi un aiuto tecnico, che mi avevate prontamente dato, e per presentarvi poi un lavoro che avevo fatto con Rhino.
Avevo anche partecipato alla discussione in qualche thread, ma mi ero reso conto che il mio basso livello di competenza (sia su Rhino che sulla relativa programmazione) non mi consentiva di fare interventi all’altezza degli altri.
Mi è venuto in mente, recentemente, di ripropormi a voi per aggiornarvi sull’utilizzo che nel frattempo ho fatto della mia copia di Rhino (solo un’evoluzione di quanto vi ho già mostrato).
Forse ricorderete anche che sono un automodellista e che utilizzavo/utilizzo Rhino per modellare carrozzerie e altri pezzi da esportare in formato STL e stampare con la tecnica 3D.
Vi avevo presentato la modellazione della Parnelli che ha corso nel campionato USAC del 1972 (per chi fosse interessato: i modelli stampati sono ancora nella loro scatolina, in attesa che mi venga un’illuminazione su come realizzare altri particolari un po’ complicati dello stesso modello).
Stasera vorrei presentarvi la sua sorellina minore, la Parnelli del 1973.
La modellazione è stata fatta più o meno seguendo gli stessi principi che ho utilizzato per l’auto del 1972 e per gli altri modelli che ho realizzato.
Rispetto alla mia prima modellazione, del 2014, con cui avevo realizzato solo la carrozzeria del modello, mi sono evoluto e ho disegnato diversi pezzi, cercando di creare degli incastri che aiutassero il montaggio del modello e tenessero conto delle piccole deformazioni “fisiologiche” della resina stampata.
Nell’immagine sopra vedete il rendering del modello. Oltre alla carrozzeria ho disegnato il gruppo motore/cambio, i collettori di aspirazione e scarico, il seggiolino, l’alettone e gli pneumatici (che includono la flangia centrale del cerchione, per una “pazza idea” sul come realizzare le ruote complete che da tempo mi frullava in testa).
Questi sono i pezzi ottenuti dai files STL. Mancano gli pneumatici.
Fin qui, niente di troppo diverso dalla tecnica usata per la versione 1972.
Un altro chiodo fisso che avevo da tempo era quello di realizzare delle fotoincisioni per dettagliare meglio i miei modelli, con una tecnica che permette di realizzare pezzi molto piccoli (e perciò difficili o impossibili da realizzare a mano) e con dettagli precisissimi.
La realizzazione di particolari con questa tecnica, nel modellismo in generale, è ormai diventata quasi banale e viene correntemente utilizzata sia dai grandi produttori che dalle piccole realtà che producono “kit di trasformazione” dei modelli commerciali.
Il problema, naturalmente, era per me quello di produrre delle fotoincisioni che si adattassero ai miei modelli - che essendo realizzati solo da me con la stampa 3D sono dei pezzi unici.
Dopo aver cercato in lungo e in largo, ho trovato una ditta specializzata che pratica prezzi tutto sommato accettabili e - fortunatamente - accetta disegni nel formato .3dm, tipico di Rhino.
A partire dalla modellazione dei pezzi “solidi” che avevo già fatto, ho aggiunto i pezzi che potevano essere realizzati in fotoincisione (perché erano piatti, perché dovevano avere l’aspetto del metallo lucido, perché pur se ricavati da un foglio di metallo sottile potevano essere opportunamente piegati per assumere una forma tridimensionale).
Terminato il disegno ne ho quindi fatto realizzare tre “lastre” (l’ordine minimo è di due, a cui per pochi soldi ne ho aggiunto un’altra per sicurezza) su un foglio di alpacca spesso 0,25 mm.
Nelle immagini sotto: l’esecutivo del disegno (in rosso una faccia e in azzurro l’altra, immaginando di piegare una faccia sull’altra lungo la linea verticale che le separa) e un dettaglio del rendering con in grigio chiaro la faccia anteriore e in grigio scuro la faccia posteriore.
Per ridurre I costi ho pensato di riunire in un’unica lastra di 300x100 mm. tutti i pezzi che mi serviranno per realizzare quei 6-7 modelli che non esistono in commercio e che dovrò arrangiarmi da solo a fare perché nessun produttore li considera abbastanza interessanti e/o remunerativi.
Nell’immagine sotto ho inserite due lastre, una sul fronte e una sul retro, e ho evidenziato i pezzi (sul fronte e sul retro della lastra) che mi sono serviti per questo modello.
Le due facce della lastra hanno un disegno diverso perché alcuni pezzi hanno due facce differenti fra loro oppure necessitano di un’incisione su una delle facce per facilitarne la piegatura.
Infine, ma non meno importante per me: con Rhino ho la possibilità di realizzare dei tracciati 2D anche complicati, che poi posso esportare in formato .ai e utilizzare come base per disegnare (con un programma di disegno vettoriale come Illustrator o Affinity Designer) le decalcomanie che mi servono sul modello.
Nelle immagini sotto, il tracciato 2D in Rhino (c’è un po’ di tutto, il ridimensionamento dei singoli disegni lo faccio poi con il programma di disegno…) e un dettaglio del foglio di decalcomanie finito, con le singole decal posizionate opportunamente e i giusti colori applicati).
Dopo tutta questa sbrodolata, vi mostro il risultato finale:
Spero di non avervi annoiato troppo…
Se qualcuno fosse interessato (o io non fossi stato sufficientemente chiaro) chieda pure ulteriori informazioni o chiarimenti.
Grazie per l’attenzione, a presto!
Diego